Come dice Irene Grandi in una sua canzone "Prima di partire per un lungo viaggio porta con te la voglia di adattarti... e di non tornare più", sì perchè pensiamo che per conoscere veramente un luogo forse è necessario liberarsi dai propri limiti ed aprirsi il più possibile a ciò che è diverso da noi, immedesimandosi e integrandosi con gli usi, le tradizioni e le persone di quel posto. Questa piccola premessa per parlarvi brevemente dell'indimenticabile esperienza vissuta tra le dune rosse del Sahara.
Nell'agosto del 2012 ci trovavamo nel Sud del Marocco e la tappa forse più significativa del nostro viaggio è stata quella di passare un'intera notte nelle tende berbere nel bel mezzo del deserto di Merzouga. Prima di arrivarci abbiamo fatto sosta in un albergo dal quale siamo partiti a dorso di un dromedario, che ci ha condotti, non prima di un paio d'ore a destinazione.
I cognati a dorso del dromedario
Tutto questo naturalmente in compagnia della nostra guida Nourdine di Nomade Experience (www.nomadexperience.com) , anche perché avventurarsi in solitaria nel deserto può essere pericoloso a causa del vento che modifica continuamente il paesaggio facendo perdere l'orientamento.
L'immensità del deserto
C'è da dire che tra tutti i posti nel mondo, il deserto è quel luogo che riesce a trasmetterti la maggior parte di serenità interiore, perchè quando ti trovi nel mezzo a qualcosa di infinito tutto il resto sembra superfluo o per lo meno, questa è stata la nostra sensazione. Per diversi km non abbiamo visto altro se non le nostre ombre riflettersi sulla sabbia quasi dorata.
Le nostre ombre sul deserto di Merzouga
Fino a quando quasi al tramonto non arriviamo al nostro accampamento, che consiste in delle vere e proprie tende fatte di lana di dromedario e capra. Scopriamo che fino a poco tempo fa nel Sud del Marocco molte persone, soprattutto berberi, vivevano come nomadi spostandosi continuamente con le loro tende alla ricerca di zone più redditizie. Al nostro arrivo veniamo accolti al ritmo di tamburi e canzoni berbere, e insieme a queste famiglie Tuareg consumiamo la loro cena tipica.
L Accoglienza al campo tendato
Tutto questo naturalmente all'aria aperta ed al buio perché il sole oramai è già tramontato, ma sotto la luce della luna e di migliaia di stelle....e crediamo che solo questo ne valga più che la pena!
Passiamo la notte su delle specie di brandine all'interno delle tende, e all'alba la sveglia suona molto presto perché la nostra prossima avventura è quella di scalare una delle grandi dune dell'Erg Chebbi, alta ben 300 metri, dalla quale ammiriamo una splendida aurora che si perde fino alla confinante Algeria.
Vista panoramica dall' Erg Chebbi
La nostra esperienza nel deserto purtroppo sta per concludersi perchè dobbiamo risalire a dorso del nostro dromedario per ritornare all'albergo. Il nostro consiglio è quello di provare a considerare, anche solo per qualche volta, il viaggio, non solo come una vacanza, dove rilassarsi e godere solamente di confort, ma anche come un'avventura, una scoperta di luoghi, di persone e di tradizioni; solo così in cambio riceverete emozioni, esperienze indimenticabili ed una grande ricchezza interiore.
I cognati fuori dalla loro Tenda Berbera
"Non c'è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita" cit. Alphonse De Lamartine.
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